giovedì 21 luglio 2011

Athena - "A New Religion?"

Titolo: A New Religion?
Autore: Athena
Genere: Progressive Metal
Anno: 1998
Etichetta: Rising Sun Productions
Voto:
8




“A New Religion” degli Athena è indiscutibilmente un capolavoro assoluto della storia del progressive metal italiano. La bellezza di questo disco è data non solo dall’alta qualità della musica proposta, ma anche dal fatto di essere stato una meteora che con il passare del tempo ha acquisito quel dolce sapore del pezzo raro da collezione.
Ma partiamo dall’inizio. Gli Athena si formano nei primi anni Novanta pubblicando il primo album, “Inside The Moon”, che viene accolto piuttosto timidamente dalla critica.
Per il disco successivo c’è un cambio di formazione e viene reclutato Fabio Lione, allora già conosciuto per la sua militanza nei Labyrinth e nei Rhapsody.
…ed esce il disco con il botto!
“A New Religion” infatti è un disco stupendo in cui classe, tecnica, melodia e potenza vengono magistralmente miscelati per un risultato davvero spettacolare.
La prestazione dei singoli membri è davvero impeccabile, e tra tutti spicca per tecnica e versatilità proprio quella di Fabio Lione, che ancora oggi, a mio giudizio, rimane la sua performance migliore in assoluto di tutta la sua carriera discografica. In questo disco infatti come in nessun altro Fabio è completamente libero di esprimersi a proprio piacimento. Si passa da un timbro prettamente classico e power oriented (come in “A New Religion?” e “Soul Sailor”) a momenti più aggressivi (“Dead Man Walkin”, Twisted Feel), fino a brani più leggeri in cui Fabio si mantiene su tonalità medio basse dimostrando di essere davvero un grande cantante (“My Silence”, “Not Too Far”).
Le chitarre di Daniele Guidi descrivono riff tecnici per architetture moderatamente complesse; il drumming è tecnico, fantasioso e dinamico, mentre le tastiere di Gabriele Guidi rappresentano l’altra punta di diamante di questo cd, con suoni che creano atmosfere oniriche in grado di trasportare l’ascoltatore in altri mondi…
“A New Religion?” mi ha spesso ricordato “Awake” dei Dream Theater, da un lato per brani d’atmosfera come “Lifting Shadows Off A Dream” e “Space Dye West”, permeati da quell’aurea “space metal” affascinante e coinvolgente che qui troviamo in “My Silence”, “The Keeper”, “My Secret Vision” e in “Every Word I Whisper”, brano particolare quest'ultimo, in cui le tastiere descrivono uno scenario apocalittico da brivido; dall’altro per l’aggressività di certe composizioni.
A completare il quadro perfetto della situazione ci pensa l’ottima produzione, con l’impiego di suoni puliti e moderni e una cura maniacale nella costruzione della musica.
Non un brano di basso livello, non un assolo messo li tanto per riempire, non un ritornello sbagliato: insomma, un disco veramente perfetto sotto ogni aspetto (artwork incluso).
Si parlava inzialmente di meteora, e si perché dopo “A New Religion?” gli Athena, orfani ormai del buon Fabio, pubblicheranno l'ultimo cd della loro breve carriera, “Twilight Of Days”, un disco di canonico power metal che li lancerà per sempre nel dimenticatoio, fino allo scioglimento da li a poco dopo.
Un pezzo raro da avere assolutamente.

Tracklist:

01. In the Beginning
02. A New Religion?
03. Soul Sailor
04. Apocalypse
05. Every Word I Whisper
06. Dead Man Walkin'
07. My Silence
08. Secret Vision
09. The Keeper
10. Twisted Feel
11. Not Too Far

Lineup

Simone Pellegrini - chitarra
Alessio Sabella - basso
Matteo Amoroso - batteria
Gabriele Guidi - tastiera

giovedì 14 luglio 2011

Capricorn - "Inferno"

Titolo: Inferno
Autore: Capricorn
Genere: Power Metal
Anno: 1995
Etichetta: Modern Music
Voto: 7




I quasi 40 gradi di questa giornata incandescente sono l’occasione perfetta per recensire un disco bollente come “Inferno”, dei teutonici Capricorn.
A partire dal titolo e soprattutto dalla copertina, raffigurante la minacciosa testa di un capricorno formata e completamente avvolta dalle fiamme, questo disco, per la potenza e la ruvidezza dei suoni, crea un’impressionante sensazione di caldo soffocante.
Venni a conoscenza di questo gruppo nell’ormai lontano 1996 (il disco è datato 1995), grazie a un mio caro amico che acquistò il disco incuriosito dal fatto che il batterista era Stefan Arnold, già militante nei Grave Digger, gruppo che all’epoca seguivamo molto, in quanto freschi di bellissimi album come “Heart Of Darkness” e “Tunes Of War”.
La storia del gruppo è relativamente breve: i Capricorn nascono come trio (composto da Adrian Hahn alla voce e basso, David Hoffmann alle chitarre e Stefan Arnold alla batteria) verso i primi anni Novanta e si sciolgono nel giro di breve tempo dopo la pubblicazione di soli due album. “Inferno” è il secondo, a detta di tutti il migliore (anche se confesso di non aver ascoltato il primo).
Il genere proposto è un power/trash metal influenzato dal filone power melodico che imperversava in quegli anni, ma caratterizzato anche da una certa “rozzezza” tipicamente rock’n’roll alla Mothorhead che dona ai brani quel tiro che tanto basta a scatenare il pogo.
I brani di per se sono piuttosto semplici e lineari, la parte solistica è poco curata, tuttavia i suoni sono potenti, ruvidi e sporchi; i riff spaccano le ossa e il risultato è un dischetto dotato di un’energia che mette la carica ad ogni brano.
Per dirla in breve: "Inferno" è il classico disco sempliciotto e diretto ma tirato quanto basta per imprimerselo in testa e ascoltarlo a ripetizione nei momenti in cui si vuole ascoltare qualcosa di tosto per scatenarsi!
Accanto a brani power oriented come l’iniziale “Claws Of The Mad”, “Iron Biter” e “Gun For Hire”, troviamo brani di impostazione più hard rock come “The Wire Fence” e “Dead Can Walk”, due macigni di fronte ai quale è impossibile non mettersi a saltare e a cantare a squarciagola i ritornelli.
C’è anche spazio per brani più riflessivi in cui si tira un po’ il fiato, come l’ottima “Moonstruck” e la title track “Inferno”.
Da segnalare infine un potentissima versione del classico dei Twisted Sister “You Can’t Stop Rock’n’Roll”, davvero terremotante, soprattutto nel ritornello.
Insomma, i Capricorn sono uno dei quei tanti gruppi meteora che nel loro breve passaggio hanno lasciato un piccolo ma indelebile segno nel cuore dei metallari.

Tracklist:

1) Iced Age
2) Claws of the Mad
3) The Wire Fence
4) Dead Can Walk
5) Moonstruck
6) Iron Biter
7) Gun for hire
8) A Call for Defiance
9) You can't stop R' n' R'
10) Camp Blood
11) Inferno

Lineup

Adrian Hahn - voce, basso
David Hoffmann - chitarra
Stefan Arnold - batteria

venerdì 1 luglio 2011

Rhapsody Of Fire - "From Chaos To Eternity"

Titolo: From Chaos To Eternity
Autore: Rhapsody Of Fire
Genere: Symphonic Metal
Anno: 2011
Etichetta: Nuclear Blast
Voto: 7,5
Sito internet: www.rhapsodyoffire.com


La furia creativa di Turilli e soci è inarrestabile: “From Chaos To Eternity” è il terzo disco nell’arco di poco più di un anno, un nuovo gioiello che magnificamente si incastona nella preziosa discografia del combo triestino.
Nel corso degli anni i Rhapsody Of Fire si sono meritatamente costruiti la reputazione di “gruppo di nicchia” (attirando inevitabilmente l'antipatia di una certa schiera di fan e addetti ai lavori), diventando un solido marchio di qualità a garanzia di ogni uscita discografica. 
Per cominciare, vorrei sottolineare come questo disco rivesta una certa importanza storica, sancendo infatti la fine della “Dark Secret Sagra” e un lungo capitolo della vita e della musica dei Rhapsody, iniziato quattordici anni fa con il clamoroso “Legendary Tales”. Dalle interviste promozionali apparse sulle webzine specializzate, Luca Turilli ha già annunciato grandi novità a partire dal prossimo autunno, anche se ovviamente non è ci è ancora dato sapere che cosa dobbiamo aspettarci. Chissà quale direzione prenderanno i Rhapsody ora. Certo farebbe strano un nuovo disco lontano dalle tematiche fantasy che tanto ci hanno appassionato in questi anni…staremo a vedere.
Venendo all’aspetto musicale invece, si avverte subito come il nuovo disco è linea con “The Frozen Tears Of Angels”, rappresentandone anzi la perfetta continuazione. Anche in questo caso infatti la componente metal predomina su quella sinfonico-orchestrale (comunque ampiamente presente), e gran parte del lavoro si basa sulla chitarra di Turilli che sciorina assoli velocissimi senza tregua e potenti riff. A mio avviso però l’uso dei barocchismi è spesso estremizzato, creando momenti stucchevoli in cui sembra di ascoltare più che altro degli esercizi di chitarra…ma Luca è fatto così, lui stesso ammette di essere fissato con il metal neoclassico…e allora lasciamolo fare!
Riguardo al resto della band, beh, non c’è che dire, sono tutti in forma come al solito. Alla seconda chitarra troviamo Tom Hess (ufficializzato membro fisso della band), alla batteria Alex Holzwarth è la solita macchina da guerra, al basso Patrick Guers fa sempre la sua figura mentre per Fabio Lione come sempre non c'è nulla da eccepire.
Il disco si apre in modo insolito con un assolo di chitarra elettrica che spiana la strada alla title trak “From Chaos To Eternity”, potente e melodica sulla scia di “Sea Of Fate”.
Nella successiva “Tempesta Di Fuoco” il neoclassicismo raggiunge l’apoteosi, essendo il brano costruito su assoli e scale  di musica classica, ma forse tra tutte è la canzone che meno “morde”.
La successiva “Ghosts Of Forgotten Worlds” invece è la prima perla del disco: tiratissima, alterna potenti riff “priestiani”, assoli veloci e ritmiche speed metal contornate da un bel lavoro alle tastiere, specialmente nella parte centrale. Davvero un gran pezzo, tra i più veloci dei Rhapsody.
Segue “Anima Perduta”, il lento della situazione, un po’ scontato e deboluccio, ma ormai si sa, quel lontano “Lamento Eroico” ha commosso un’intera generazione di giovani metallari, e quindi il lentone epico cantato all’Albano ci vuole…(anche se il miglior lento in assoluto dei Rhapsody rimane “Son Of Pain”).
La tregua viene subito interrotta dall’esplosione di “Aeons Of Raging Darkness”, la seconda perla del disco. Il brano è sulla falsa riga di “Reign Of Terror”, potente e oscuro, con uno strepitoso Fabio che si cimenta nello screaming simil black metal. Un brano bellissimo dove le tastiere di Staropoli creano un’atmosfera battagliera dalla carica sorprendente.
La successiva “I Belong To The Stars” è il brano più orecchiabile del disco, un mid tempo melodico dal ritornello semplice ma molto epico e moto bello.
Chiudono la veloce “Tornado” e l’immancabile suite conclusiva da 20 minuti circa, “Heroes Of The Waterfall’s Kingdom”, il solito concentrato di tecnica, potenza, epicità e teatralità, magistralmente arrangiati dai nostri eroi.
Alla fine del viaggio, l’impressione che questo disco sia lievemente inferiore al precedente tenta di insinuarsi malignamente nei cunicoli più nascosti dei timpani. Ma in fondo non è altro che la smania di voler trovare a tutti costi il pelo nell’uovo. O forse è solo l’alta qualità della musica a cui la band ci ha abituato che ci porta a chiedere a questi grandi musicisti sempre di più.
Il mio giudizio finale? Un disco magnifico.

Tracklist:

1. Ad Infinitum (intro) 01:30 
2. From Chaos to Eternity 05:45 
3. Tempesta Di Fuoco 04:48 
4. Ghosts of Forgotten Worlds 05:35 
5. Anima Perduta 04:46 
6. Aeons of Raging Darkness 05:46 
7. I Belong to the Stars 04:55                       
8. Tornado 04:57 
9. Heroes of the Waterfalls' Kingdom 19:32  

Lineup

Fabio Lione - voce
Luca Turilli - chitarra
Alessandro Staropoli - tastiere
Patrice Guers - basso
Alex Holzwarth - batteria
Tom Hess - chitarra